“Ho fenduto le acque della bellezza della sera
in una urna di inverno:
ci stendevamo allora tra le erbe alte
era una consolazione azzurra
(d’estate vi bruciavano i fiori)
E tutto era accaduto,
tutto quello splendore quella corruzione
erano scomparsi
(simili al corpo di un giovane
da un secolo disteso nella torba
con il rosso delle labbra ancora vivo).
E cadevano e cadevano
coprivano tutto (lei mormorava)
quella nuvola quella crosta
questo dubbio questa polvere.
fistule delle sanguinamenta,
della trattazione concettualistica
su uno scheletrico cristallo.
Subentrò una specie di disintegrazione:
nell’insopportabile algore
in quella commettitura
tutto le parve minerale e ostile_
E ricercava la natura esatta delle sue lesioni
attirata potentemente dallo infetto
(Era di rinnegati che parlava..)
15 novembre 2013
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ringrazio molto per la lettura i gentili bloggers:lestangregor, M.FUNK FINEART