“Solo le morte torri” – Inediti di Villa Dominica Balbinot
È il tempo verbale dell’imperfetto indicativo a prevalere in questi inediti di Villa Dominica Balbinot, a delimitarne i poli, ben visibili nella loro versione ‘pura’ e nel loro mescolarsi in varie gradazioni, tra descrizione e narrazione, tra vertiginosa resa di un manifestarsi impietoso e racconto di un dis-farsi progressivo e inarrestabile. Se, tuttavia, l’irruzione dell’orrido («estensione terribile») si manifesta con un’intensità che «all’accerchiato umano» appare insostenibile, a questa si oppone una volontà energica, infuocata, di sollevazione, di moto contrario, che torna «a affermare / le sue condizioni di furore». La “vocazione teatrale” della poesia,
evidente in tutti i testi, emerge netta nei brani in corsivo, che non di rado assumono il ruolo che nella tragedia greca aveva il coro. Il basso continuo di letture vastissime e meditate non offusca stile, potenza delle immagini, allitterazioni ardite, gamma di termini e colori, che restano e si confermano originalissimi. Chi legge, sa e può ritrovare voci amate – nel mio caso sono la “tour abolie” da El Desdichado di Gérard de Nerval e i colori tra ingenui e torbidi, innocenti e apocalittici della poesia di Georg Trakl. Mai, tuttavia, l’eco esterna attenua l’unicità dell’espressione di Villa Dominica Balbinot, che può spiazzare (e resta forte il sospetto che questo effetto sia ricercato intenzionalmente, non per virtuosismo, ma in virtù di quella opposizione allo strazio alla quale ho accennato in apertura), ma al contempo invita chi si imbatte in queste pagine a ritornare, a ripercorrere, a riflettere. (ANNA MARIA CURCI)
COMMENTI
Voglio ringraziare tantissimo Anna Maria Curci per la sua generosa disponibilità e per avere dato dei miei testi una tale profonda e articolata lettura.permettendomi di progredire – attraverso differenti angolature- nel disvelamento di me e della mia scrittura.
Grazie a Anna Maria Curci e a “poetarum silva”tutto.
Villa Dominica Balbinot
federicagaletto
17 gennaio 2015 alle 13:09
Qualcuno ha detto in passato che Dominique quando scrive non dovrebbe esagerare nel rendere il suo pensiero poetico in versi e che la sua voce non è (era) matura. Mai sentito nulla di più sbagliato. La voce di Dominique è bella proprio perchè “esagerata”, in quell’accezione del termine eccessivo che la rende unica. Da che la conosco ha sempre avuto toni eccessivi ma questo non le ha mai impedito di comunicare perfettamente ed esattamente la sua cifra poetica. E neanche la trovo migliorata negli anni, nel senso che pare sia nata perfetta così com’era ieri e come è oggi. Leggere Dominique non è per tutti, come già altrove ho affermato. La sua voce è un ruggito blasfemo talvolta, altre volte un’implorazione, altre un’imprecazione, altre ancora un fiore antico sguarnito di gioia ma non privo della sua bellezza primordiale. Se di bellezza si tratta, la sua è quella sfiorita della decadenza e del ricordo di un sogno avvenuto milioni di anni or sono.Una eco terribile di voci che ancora ritornano e ritornano. Poesia, grande Poesia metafisica forse, con tocchi di barocco e oro, sangue e luci lontane. Questa è Villa Dominica Balbinot, una corsa verso l’abisso, Poesia della Vita e della Morte, Poesia unica nel suo terrificante mostrarsi. Se la temi non puoi reggere un solo suo verso, se la ami la ingoi come un sorso di cicuta che sai ti renderà eterno. Grazie ad Anna Maria Curci per la proposta e a Poetarum Silva. Un caro saluto a tutti voi.
FEDERICA GALETTO
Villa Dominica Balbinot
Ed eccomi qua nuovamente, a tentare di abbozzare un minimo di risposta adeguata al sostanzioso e altamente impegnativo discorso della a me cara Federica Galetto:-))Te l’ho già detto altre volte , visto che tu fin dai primissimi tempi hai letto e hai saputo “vedermi” tu coi tuoi interventi ogni volta hai saputo enucleare l’humus, direi il midollo e il dire dei miei testi, mostrandoti impavida tu stessa nel fronteggiare una materia che io stessa- rileggendomi con severissimo occhio critico- ho definito come disagevole, estenuante, non certo edulcorata nè edulcorabile, ambigua nella tortuosità che non alletta, in alcuni punti “repulsiva”.
detto questo, dopo cotale splendido commento ( splendido, per me, per me) ti onoro con un giudizio altamente splendido dedicato proprio a te, a ciò che hai avuto e hai coraggio a dire- “Esageratamente” ( per me termine positivo, essemdo io volitivamente e forse impudicamente, esagerata, appunto Carissima Federica( grazie grazie)
Villa Dominica Balbinot
fattorina1
18 gennaio 2015 alle 14:30
La sorte ha voluto che Dominica scrivesse poesia raramente, lei stessa non reggerebbe l’urto miscellaneo e abissale della materia che porta alla luce. Credo che nessuno di mia conoscenza abbia osato perseguire lo spurgo dei mali che la Balbinot non trova solo nelle creature, umane e non, me nel creato stesso:; le morte torri, i marmorei camminamenti, i portatori della peste,l suo saturato effetto di Insignificazione; questo elenco farebbe tremare i polsi a tutti credo, eppure…. Il poeta ha subito la più crudele delle frodi, l’Amore maiuscolo, la fede, la luce. Doninica si pone davanti a tanto orrore con un coraggio regale, di sfida . E non cede. Non si piega. La sua poesia diventa bastione e fa scudo alle nostre fragilità. Da tale voce potente e da tale sicurezza di forma ( immagino la sua figura che , diritta, si erge control a più sordida bufera) dobbiamo ringraziarla. Ci sta salvando .
NARDA FATTORI
18 gennaio 2015 alle 17:28
Lo ammetto:un leggero brivido-.o forse un brivido toutcourt .-mi ha percorso alla fine del discorso portato avanti da Narda Fattori :un argomentare di livello che mi conferma sulla acutezza di lettura che lei sa fare dei testi in cui – seriamente, fedelmente- si immerge.
Io, cercando di rispondere a tono, direi che ha compreso parecchio e comprendendo ha saputo nel contempo rappresentare quasi icasticamente il mio dire( questa figura di donna eretta che sembra ergersi a bastione .a fronteggiare i mali del mondo, e senza sprezzo del pericolo- aggiungo io)): io pensa carissimaNarda, in una delle mie primissime poesie accennavo a me stessa come “una di quei che i mali del mondo estenua”, Complessivamente quidi potrei affermare che una delle spinte sia stata e sia proprio quella, inoltre poichè- io stessa sono consapevole di una certa “terribilezza” e di rappresentazione di eventi e di argomentazione del pensiero_.posso riportare che di fronte a certe reazioni -e mozioni contrastanti o contrassegnate da negatività di chi ha la ventura di leggere e di avere a che fare con i miei peculiari testi, mi verrebbe spesso da rispondere loro ( non lo faccio per rispetto lori gusti che non voglio costringere a cambiare per alcun motivo, rispettando in modo assoluto la libertà atrui) ; vorrei appunto controbattere: “ ma qualcuno il lavoro “cosidetto sporco , ( cioè vale a dire il dire il crudele, il tormentamte,il cosidetto “terribile”( io potrei optare riassuntivamente- per sgomentante. sia rivolto al pensiero sia al cuore[] , lo dovrà pur fare..o no? Da questo angolo di visione mi sento assolutamente onorata dal discorso portato avanti dalla “terribilmente”generosa Narda Fattori.
L’intero articolo- compreso un insieme di testi di poesie- è visualizzabile
a questo link:
https://poetarumsilva.com/2015/01/17/solo-le-morte-torri-inediti-di-villa-dominica-balbinot/
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ringrazio -e saluto per la visita qui da me- Anna Maria Curci