…E il sole gelido cominciava,
a perdere il suo splendore,
nel profumo lieve
-di una magnificenza trascorsa
(e gli alberi che smorivano
erano un bianco delirio)…
E c’è una gioia,
nella sua solitudine all’alba,
nelle strie di quella aurora scarlatta,
e per un momento
( terribile e delirante)
legge il martirologio
– di una scarna e statuaria bellezza,
– di furia fredda.
Nei minuti supremi
di questo eccezionale tragico quotidiano
( durante lo schiodo della salma,
e una schedatura dei patiboli reconditi)
sente una pressione calda
spaventosamente viva:
allora, solo allora
(prima che tutto il rosso e l’oro
dilagassero in fretta
da un ramo all’altro)
i sorbi selvatici
si erano appena tinti
di un cremisi scuro,
e già si trasformavano
in arbusti ardenti di puro carminio.
[ Con un tempo di sgelo,
tra dirupi di gemme]
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Ringrazio molto per la lettura: Marco Vasselli- vengodalmare- Marina Raccanelli
ringrazio il gentile Gaed per la lettura.