Nel freddo rovente
( in quel rovente vuoto minerale)
il baluginio era feroce
come di sfolgoranti cavi recisi,
-e tutto era malsano
– troppo vicino.
Allora ci si stava come disfatti,
nella desolazione delle gole,
-di quegli altopiani colore di ruggine,
talmente sconfinati
( e-oltre–
l’enorme notte della città,
fredda e illuminata di bianco,
in un mondo bluastro).
Essi si sentivano stratificati
con una intensità quasi organica, come le morte foglie:
in lei,la stessa -leucemica– fragilità
-da convalescenzario,-
davanti a tali denominazioni,
alle tavole attuariali—a tutta quella substantia vitrea…
28 febbraio 2017
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Ringrazio molto (anche se in ritardo)Marco Vasselli, vengodalmare, Antonio de simone