C’era qualcosa
di cerebrale (- e degenerato-)
quasi come il fare versi:
quei silenzi notturni
come cavati,
le lividure sotto
il crudelissimo sole di mezzogiorno,
l’assedio della natura bellissima
( proliferazione che cresce furente
corolla su corolla)
l’impressione angosciastica
di essere sempre sul punto
di fare qualcosa di estremo
( dalla bassa volta del cielo
spiccavano con opaca violenza( ottenebrati)
I grigi i rosa i turchini)
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Ringrazio molto x seguirmi ( e leggermi,)la cara Tiziana Tius
Un saluto)
grazie per la lettura Abbyha.
un saluto)