DEGLI INCONCRETI FURORI (1)


Pubblico- a puntate- dato l’assoluto valore dello scritto con cui mi ha “onorato” le note di lettura di Augusto Benemeglio. a proposito del complesso di INCONCRETI FURORI

1. L’arte suprema della parola
Quando leggiamo i versi cupi tenebrosi angosciosi dolorosi malinconici ( “la malinconia è la vera scienza del dolore e dell’angoscia”) , versi funebri , grotteschi , satanici , apocalittici , talora arcaicizzanti ( “Prima di tutto sopraggiunse la ruina” , “Tutto, tutto affonda” , “Inconcreti furori”, “Nei freddi tramonti azzurri” ) di Dominique Villa dobbiamo oscillare tra il medioevo( i ritmi le scansioni e le rapide scariche elettriche di un Cavalcanti) e il nostro tempo, dove il Nobel di qualche anno fa , Imre Kertèsz , ci dice che la vita è un sogno lontanissimo e assurdo , ma non lo dice alla maniera di Calderon della Barca, né di Primo Levi , bensì della realtà delle cose di oggi , delle cose del nostro vecchio mondo occidentale che è in disfacimento, anzi in “Liquidazione” . E lo è anche la scrittura, intendiamoci, incapace di dire le cose reali , quelle che contano per noi. Continua a leggere