“SUBLIMI IN MEZZO A GRAN PRECIPIZI “


Sublimi  in mezzo a gran precipizi

le cime allontananti

( dove chi spia vede sorgere i voli )

dominano la membratura  tutta

  • di quella immensa porpora

gli alti cardi delle sabbie, Continua a leggere

“GUARDATE LE SABBIE MOBILI DEI DESERTI”


( …Guardate le sabbie morte dei deserti,

 I corpi morti dei bambini

chi morì in queste solitudini

le immagini del sangue, quell’abbruciamento…)

Nella  distaccata nuda bellezza

della – sua- campagna

(fredda in una inflessibile invernalità Continua a leggere

LE MIE POESIE DEL 2023


 

POESIE DEL  2023

QUEI SILENZI NOTTURNI COME CAVATI

C’era qualcosa

di cerebrale (- e degenerato-)

quasi come il fare versi:

quei silenzi notturni

come cavati,

le lividure sotto

il crudelissimo sole di mezzogiorno,

l’assedio della natura bellissima Continua a leggere

“APPAIONO QUI( E SONO GIA SOMMERSI)”


(…Quasi sorreggessero sciami di farfalle immobili

in un altro mare

si sommergevano subito,

nella febbre ardente dell’ etisia.

nel pulsare del giugulo….).

Ci si disegnava  – in nero-

sul fondo di cristalli opachi,

mentre si intravedeva un azzurro infiammato di cielo,

come fosse caduto anch’esso nel piombo.

Ostinatamente confitta -in quel bassissimo cielo-

( e attraversando terreni di alluvione)

osservava la corte piccola

..con quel lastrico tutterba 

che vedeva allora dalla cameretta.

Sognava una sanguigna fioritura di rose enormi

( o forse spampanate peonie)

mentre  i rumori lontani venivano a smorire

sotto le ombre nere ( incise come efflorescenze di salnitro)

di grandi alberi:

e ci si storturava,

nello sfasciamento su quel carnaio.

ANOMALA E BRUCIANTE


(…La terribile fascinazione

di quelle volute rossastre sulla superficie silente

di queste vite…)

Cogliendo la gialla luce del sole

e le ombre lunghe

per un corto sentiero grigio cenere Continua a leggere

” SU I LONTANI – VIOLACEI-MONTI”


“ Sui lontani (violacei) monti

si imbuiava

tra gli alberi rosso fuoco

( del rogo infame,

della persecuzione affamata)

e le siepi di mortella…”

In quell’imbrunire

nella immensità dei seminati

degli sterpeti- Continua a leggere

” GLI INVERNI FURONO”


( Gli inverni furono

di un freddo medievale:

una brughiera inaridita,

l’orizzonte affilato,

e ogni neutra goccia pareva una scintilla di saldatura

gherlini di acciaio)… Continua a leggere

LE SCARNATURE STRETTE


Il lucernario
( mollemente
striato di un soffuso rosso  acqueo)
allora brillava come fuoco,
era quel tramonto, dei colli lontani.

E il fiume
profondo limpido freddo
scorreva
pieno di erbe ondeggianti: Continua a leggere

” ABBACINANTE – E SCABRA-( QUALE RASCHIATOIO


DONNA SEDUTA PANCHIN A GEORGE SEGALEra una estranea bellezza

abbacinante- e scabra quale raschiatoio

-da piombo fuso

un ingoiamento incessante

nel calore cupo

tra le fasciate fissate figure alla george segal

Nei penetrali della selva Continua a leggere

NOTE DI LETTURA DI EMILIO CAPACCIO su alcuni testi di “QUEL LINEARE RAGGELATO AZZURRO”( sul sito LIMINA MUNDI”


LIMINA MUNDI “QUEL LINEARE RAGGELATO AZZURRO” di Dominica Villa Balbinot

“Dominica Villa Balbinot deve avere un conto in sospeso con la Natura o deve avere qualche oscuro legame ancestrale con i popoli del bosco. Forse un tempo in cui genietti e spiritelli erano stanziati sul pellame d’una foglia accartocciata o sotto gli ombrellini sforacchiati delle querce e delle betulle, era la comandante della guarnigione delle genziane sull’argine del ruscello, o era a capo dello sciame piratesco Continua a leggere